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Vivere in comunità: come essere una comunità missionaria Stampa

Preghiera del Mattino

Canto iniziale: Laudato sii mi Signore.

Iniziamo questa giornata insieme,

nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo.




Sal 112:1 Lode al Signore.

(A cori alterni uomini e donne).

 

Alleluia. Lodate, servi del Signore,

lodate il nome del Signore.

2 Sia benedetto il nome del Signore,

ora e sempre.

3 Dal sorgere del sole al suo tramonto

sia lodato il nome del Signore.

4 Su tutti i popoli eccelso è il Signore,

più alta dei cieli è la sua gloria.

5 Chi è pari al Signore nostro Dio

che siede nell'alto

6 e si china a guardare

nei cieli e sulla terra?

7 Solleva l'indigente dalla polvere,

dall'immondizia rialza il povero,

8 per farlo sedere tra i principi,

tra i principi del suo popolo.

9 Fa abitare la sterile nella sua casa quale madre gioiosa di figli.




Sal 132:1 La vita fraterna (Lo recitiamo tutti insieme).

 

Ecco quanto è buono e quanto è soave

che i fratelli vivano insieme!

2 È come olio profumato sul capo,

che scende sulla barba,

sulla barba di Aronne,

che scende sull'orlo della sua veste.

3 È come rugiada dell'Ermon,

che scende sui monti di Sion.

Là il Signore dona la benedizione

e la vita per sempre.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 13,34 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

 

Gv 15,12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 14 Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17 Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

 

Preghiera

Signore, Dio della vita e della storia

sostienici nel nostro cammino,

donaci il coraggio di condividere le gioie e le sofferenze dell'umanità per costruire un mondo altro dove ci sia vita per tutti.

Che il nostro amore sia condiviso,

la nostra famiglia aperta e la nostra casa accogliente.

Che come la casa di Nazaret sia luogo di comunione e di pace,

di preghiera, di fraternità e solidarietà.

Donaci la sapienza del cuore e la forza del tuo spirito affinché ogni giorno della nostra vita sia vissuto nella fedeltà e che gli impoveriti, i crocefissi della storia siano sempre i nostri prediletti, come lo sono per Te.

Tu che sei l'amore, Signore non abbandonarci.

Tu che hai promesso di essere con noi tutti i giorni, fino alla fine della storia. Amen



Dopo un momento di silenzio, liberamente facciamo risuonare le parole che abbiamo ascoltato, ringraziamo...

 

Padre Nostro

 

Canto finale: Chi?

Spunti di Riflessione:

Volontà di stare insieme (riflessione di Silvano Fausti)

Ciò che tiene insieme la comunità e la fa vivere è la volontà di stare insieme. Può sembrare lapalissiano, ma se in ogni scelta non c'è questa volontà, inevitabilmente ci si divide. Cessa la comunicazione e la comunione. Perché il male e l'egoismo c'è, anche senza volerlo! Nulla insidia il "divisore" più dello stare insieme, di tutto si serve per portarci alla frattura. Quando questa accade - ed è inevitabile che accada! - bisogna riconciliarsi al più presto, senza lasciar spazio al silenzio e al rancore di approfondire il fossato. "Non tramonti il sole sulla vostra ira": esprimi invece, con parole o per lettera, le tue scuse - sei sempre colpevole tu della divisione, anche se hai ragione, perché nessuna ragione è sufficiente per il male! - , e rinnova la tua stima e il tuo affetto verso l'altro, in modo che il male non spezzi, ma, nel perdono, rafforzi il vincolo d'intesa. Tutti hanno il desiderio, ma pochi la volontà e meno ancora la "cultura" dello stare insieme. Esso va efficacemente voluto e sapientemente coltivato come valore supremo. Infatti la divisione è estraniazione, tumore, amputazione, perdita della forma vitale, morte. Unione e divisione stanno tra loro come vita e morte. L'uomo è animal politicum, costituito (o distrutto) dalle sue libere relazioni, dalle più elementari alle più complesse. Chi è di nessuno, non è. Senza il "tu", non c'è l'"io", che sempre è dato in un "noi". Ogni creatura è necessariamente limitata. L'uomo è coscienza del suo limite (quindi necessaria trascendenza!). Questo diventa il luogo di un'angosciante chiusura con continua guerra d'attacco/difesa, o il luogo di apertura, comunicazione, comunione e gioia. O mi chiudo nello scoramento e nel mutismo, aprendo la bocca solo per giudicare e condannare gli altri; oppure mi apro, aprendo il cuore per accogliere e la bocca per comunicare.

Per essere parte attiva bisogna crescere e sforzarsi - almeno con un minimo di risultato passabile - per conquistare quegli atteggiamenti interiori che rendono possibile lo stare insieme. Per questo è necessario conoscere e far crescere quegli atteggiamenti che favoriscono quel bene che è lo stare insieme. Non è un semplice "trucco" ciò che fa funzionare l'essere insieme. È un vero lavoro cosciente e intelligente, paziente e diligente.

La comunità è fatta per tutti. Ma pochi sono in grado di realizzarla. Esige infatti n continuo esercizio di dimenticanza di sè e di attenzione all'altro - cosa per persone olto adulte e libere! -, di intelligenza per discernere ciò che è meglio e di volontà efficace per attuare un grande lavoro su di sé. Oltre la spontaneità del desiderio, ci vuole una vera e propria educazione ed ascesi personale per essere capaci di realizzare ciò che tutti desiderano, ma pochi conseguono.

Tutti infatti vogliono i frutti.

Pochi sono quelli che sanno coltivare la pianta che li produce.

Ma il risultato è molto più bello e buono di quanto pare a prima vista.

 

Daniele e Silvia ci scrivono...

... la novitá della vita comunitaria. Una volta si viveva tutti assieme nelle corti: grandi case a forma di ferro di cavallo dove l'intera famiglia era raggruppata. Nonni, zii, cugini... tante persone che condividevano il lavoro quotidiano, sempre pronti a darsi una mano uno con l'altro. Forse non c'era molta privacy, di sicuro i problemi del vivere insieme non mancavano ma pare che funzionasse. Di certo non ci si sentiva soli.

Adesso ognuno fa per se, organizzati dal sistema basato sul denaro, ci si sente autonomi e autosufficienti, non si ha piú bisogno degli altri ma alla fine si soffre di solitudine quando, dopo aver chiusi a chiave la porta di casa, ci si rende conto di non sapere neanche il nome del proprio vicino di casa... sembrano luoghi comuni, e non mi va di caderci, ma in fondo la realtá é questa: 6 miliardi di persone sulla terra e ci si sente soli... è incredibile quanto sia a volte assurdo l'animo umano.

Non dico che tutti debbano vivere in comunitá, ma scambiare quattro chiacchere ogni tanto ed essere sereni quando si incontra il vicino per le scale si puó anche fare. Del resto, con la parola "comunità" si indica un gruppo di persone accomunate da un interesse o un ideale, quindi non basta andare tutti d'accordo, non è così semplice.

Penso alla comunitá costituita da marito e moglie. Ci si sceglie, eppure quanto si fa fatica ad andare avanti assieme ogni giorno sotto lo stesso tetto ognuno con le sue piccole o grandi necesitá

Noi abbiamo solo una piccola esperienza di vita comunitaria: una anno nella Comunità ACF di Ballabio.

Siamo stati accolti con molto affetto e ricordiamo con nostalgia quel periodo. Ci hanno dato tanto e ce ne stiamo rendendo conto soprattutto adesso, che la casa/ufficio porta ad accogliere un via vai di persone di tutte le nazionalitá.

In ACF eravamo accolti dalla famiglia di Anna e Giorgio che, dovendola definire, è semplicemente eccezionale.

Stando a Ballabio abbiamo potuto entrare nella realtá nelle dinamiche della comunitá e la conclusione é che non si tratta di extraterrestri, ma di persone semplici e umili che non si nascondono, famiglie che hanno trovato il loro equilibrio e che sono disposte a lanciarsi in sfide difficili e faticose come per esempio l'accoglienza di bambini o giovani con problemi.

Ora che viviamo sulla nostra pelle il significato di essere la famiglia che accoglie, ci rendiamo conto di come sia una dimensione che non sempre si guadagna con l'impegno, ma che spesso si ha come dono. Il vivere assieme agli altri in forme di comunione molto stretta, come quelle di ACF, ci ha fatto capire come sia una vera e propria vocazione, sulla quale meditare, pregare e provarsi prima di sceglierla, prima di fare male a se stessi ed agli altri.

 

Domande:

  • La comunità è per tutti. Come ti ritrovi in questa affermazione? La condividi?
  • Esistono vari modi di fare comunità. Quale senti essere il modo che fa per te?
  • La comunità è un forte intreccio di relazioni. Quanto tempo dedichi nelle tue giornate per costruire e coltivare relazioni?
  • Cosa dice il carisma comboniano al nostro desiderio di sentirci comunità? Ed in particolare come concretizzare la dimensione missionaria?
 
La famiglia: cosa significa essere una famiglia aperta alla missione Stampa

PREGHIERA DEL MATTINO


"La famiglia: cosa significa essere una famiglia aperta alla missione"

 

Canto iniziale: Grandi cose

 

RIT.: Grandi cose ha fatto

il Signore per noi,

ha fatto germogliare

fiori tra le rocce.

Grandi cose ha fatto

il Signore per noi,

ci ha riportati liberi

alla nostra terra.

Ed ora possiamo cantare,

possiamo gridare

l'amore che Dio ha versato su noi.

 

Tu che sai strappare dalla morte,

hai sollevato il nostro viso

dalla polvere.

Tu che hai sentito il nostro pianto,

nel nostro cuore hai messo un seme

di felicità. RIT.

 

Dal Salmo 103 "Inno all'amore" (recitiamo a cori alterni)

 

Lascia sgorgare dal tuo cuore la gioia

e traducila in lode al Signore;

lascia sgorgare dal tuo cuore la gioia

ripensando a tanti doni di Dio.

 

Il Signore ti da sempre fiducia,

ti rinnova l'entusiasmo di vivere

e il tuo spirito ritorna giovane

come aquila librata nelle altezze.

Buono e paziente è il Signore,

forte e insieme compassionevole,

capace di quella dolce tenerezza

che sgorga da un grande amore.

 

Immenso è l'amore del Signore,

un amore senza confini,

senza limiti di tempo e di spazio,

senza riserve, paure o ricatti.

 

Questo intuisce e gusta

chiunque sa fidarsi di lui,

ogni uomo che si addentra

nel segreto mistero di Dio.

 

Uomini di ogni nazione, popolo, cultura

e creature che vivete sulla terra

innalziamogli un canto di lode

e benediciamo in eterno il suo nome.

 

Dal vangelo secondo Giovanni (2,1-11)

In quel tempo ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno più vino". E Gesù rispose: "Che ho da fare con te, donna? Non è ancora giunta la mia ora". La madre disse ai servi: "Fate quello che vi dirà". Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le giare"; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: "Ora attingete e portatene al maestro di tavola". Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua divenuta vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po' brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono". Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria ed i suoi discepoli credettero in lui.



Il segreto di Gianna Beretta Molla, santa, mamma di famiglia (dai Manoscritti, anni 1946-1949)

 

«Le vie del Signore sono tutte belle, purché il fine sia sempre quello: salvare la nostra anima, e riuscire a portare tante altre anime sante in paradiso, per dare gloria a Dio». «Sorridere a Dio, da cui ci viene ogni dono. Sorridere ai genitori, fratelli, sorelle, perché dobbiamo essere fiaccole di gioia, anche quando ci impongono doveri che vanno contro la nostra superbia. Sorridere sempre, perdonando le offese. Sorridere in società, bandendo ogni critica e mormorazione. Sorridere a tutti quelli che il Signore ci manda durante la giornata. Il mondo cerca la gioia ma non la trova, perché lontano da Dio. Noi, che abbiamo compreso che la gioia viene da Gesù, con Gesù nel cuore portiamo la gioia. Egli sarà la forza che ci aiuta».

(breve momento di silenzio)

Preghiere libere di intercessione, ad ognuna rispondiamo: "Signore, donaci la gioia e l'entusiasmo di vivere il Vangelo"

 

Padre nostro

Preghiera finale (insieme)

Questo nuovo giorno sia veramente tuo,

da Te condotto nella mia vita, secondo la tua volontà.

Che io sia guidato per mano di te.

A te affido quanto ho di più caro:

la famiglia, la vera amicizia, il lavoro, le mie responsabilità,

i miei problemi, le mie sofferenze, la mia città, la mia patria.

Affido a te la mia fede debole, il mio coraggio incerto,

la mia fiducia spenta, la mia volontà stanca,

il mio cammino disorientato.

Dammi tu l'energia per vivere con dignità,

per affrontare e superare le difficoltà, con coerenza e coraggio.

Fammi, Signore,

strumento di pace dovunque sarò, con chiunque mi incontrerò,

e in qualunque vicenda verrò a trovarmi.

Signore, sento che tu mi stai dicendo: "Buon giorno!"

Grazie Signore!

È questo l'unico augurio di cui ho veramente bisogno,

non solo perché sincero

ma perché onnipotente!

 

Canto finale: "Chiara è la tua sorgente"

 

Chiara è la tua Parola che guida i passi del mio cammino

Chiara è la tua sorgente: quest'acqua viva che mi ristora.

Chiara è la luce amica del sole nuovo che mi riscalda.

Chiara è la notte stessa perché tu vegli sui figli tuoi.

 

Rit: E non andrò, lontano mai da te

E canterò la vita che mi dai

E seguirò la strada che tu fai

Ed amerò i figli che tu avrai!

 

Amo la tua bellezza che mi sorride nei miei fratelli.

Amo la tenerezza che mi circonda di mani amiche.

Amo il tuo canto eterno dietro lo sguardo di un nuovo figlio.

Amo anche il tuo silenzio perché vuol dire che ascolti me.

 

Rit.

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Lo sguardo di Comboni e dell'Istituto dei Missionari Comboniani sui Laici Stampa

Domenica 30 ottobre 2005

Laici missionari comboniani



"Lo sguardo di Comboni e dell'Istituto dei Missionari Comboniani sui Laici"



Brani suggeriti per la riflessione personale

 

Dalla prima lettera di San Pietro (1Pt 2,4-10)

Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo.

Si legge infatti nella Scrittura:

Ecco io pongo in Sion

una pietra angolare, scelta, preziosa

e chi crede in essa non resterà confuso.

Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli

la pietra che i costruttori hanno scartato

è divenuta la pietra angolare,

sasso d'inciampo e pietra di scandalo.

Loro v'inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati. Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi, che un tempo eravate non popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia.



Da "Essere in missione" di Danilo Zanella (in "Camminare senza confini" di p. Teresino Serra)

Essere in missione vuol dire ricerca di Dio e della sua "sapienza dai mille volti" presso tutti i popoli, i ceti sociali, gli individui. È ricerca di nuovi terreni, sui quali il seme della parola di Dio possa essere gettato con generosità, sapendo che molto andrà perduto, e che con il grano crescerà la gramigna; pronti a lodare il Padre, quando ci accorgeremo che il raccolto è maturo mentre noi dormivamo e anche là dove altri hanno seminato. È l'integrale liberazione dell'uomo che continua nella storia.

Essere in missione è credere nella nostra vocazione di annunciatori di Cristo. È bene precisare subito che per vocazione missionaria si intende la chiamata a uscire dalla propria terra, dalla propria gente, per andare là dove la Chiesa non è ancora presente come comunità di vita o dove non è sufficientemente sviluppata. In seguito si può affermare che, in terra cristiana, tutti dobbiamo essere missionari. Missionario, si dice, non è soltanto colui che parte per paesi lontani, ma lo sono anche tutti coloro che, nel proprio ambiente, vivono e testimoniano la fede cristiana. Missionario è chi resta e aiuta chi parte. È vero e può essere anche consolante. Occorre però non confondere le due cose, che sono due aspetti differenti della stessa missione. Sono due vocazioni distinte, sono due modi di "essere in missione". È urgente che ai cristiani, soprattutto ai giovani, non si nasconda la realtà che oggi Gesù Cristo è ancora uno sconosciuto per tre quarti dell'umanità e che terra di missione sono i quasi cinque miliardi di uomini e di donne che non conoscono il Vangelo. Bisogna credere nei giovani e proporre loro molto chiaramente la chiamata alla vocazione missionaria ad Gentes. La vocazione missionaria deve tentare ancora il meglio dei giovani. Perché c'è sempre, tra vocazione missionaria e giovani, una specie di complicità.



Da "Volontà di Dio" di Madeleine Delbrel (in "La gioia di credere" di Madeleine Delbrel)

Volontà di Dio... 1950

Poiché Dio vuole che noi facciamo certe cose, non bisogna però che queste cose divengano in se stesse la volontà di Dio. Il fine della nostra volontà resta la volontà di Dio, non le cose che essa ci domanda di fare. "Colui che agisce per mezzo dello Spirito di Dio, quello è figlio di Dio". "Colui che è nato dallo Spirito non sa né donde viene né donde va".

La nostra "opera", il nostro "compito" è la volontà di Dio e la volontà di Dio non si "opera" che nella fede.

Tutti gli atti che ci sono richiesti dalla volontà di Dio e che attuano le nostre facoltà naturali non sono validi su quel piano se non sono animati dalla fede, se non sono atti di fede. La prova che sono atti di fede è che noi sappiamo porre - fin dal momento che ci è domandato - degli atti di fede pura, dove ragione logica intelligenza sono sacrificate.

E perché tutti i nostri atti siano utilizzabili per la salvezza del mondo, perché esse abbiano il loro potenziale di evangelizzazione bisogna che, anche quando cuciniamo o pranziamo con qualcuno, i nostri atti siano pieni di fede, d'una fede tanto necessaria quanto se avessimo da risuscitare un morto.



Madre Teresa di Calcutta

Un giorno madre Teresa chiese al suo direttore spirituale: «Come posso sapere che Dio mi chiama e a che cosa mi chiama?» e questa la risposta: «Lo saprai dalla tua serenità interiore. La profonda letizia del cuore è come una specie di bussola che indica il sentiero da seguire nella vita. Dobbiamo seguirla, perfino quando questa bussola ci conduce per un cammino che potrebbe essere disseminato di difficoltà.»

 

La ricerca di una risposta alle seguenti domande può aiutarci a riflettere su ciò che siamo e su ciò che vogliamo impegnarci a migliorare come laici missionari.

  • Cosa significa per me essere "laico missionario"?
  • In che modo la Chiesa manifesta la propria fiducia nei laici?
  • Mi sento parte della famiglia comboniana con la particolarità di laico? In che modo?
  • Mi faccio carico, come laico missionario, dei bisogni dei laici comboniani in missione? Come?
  • Mi faccio carico, come laico missionario, dei bisogni della mia Chiesa locale? Come?
  • Che tipo di relazione intrattengo con la realtà della mia parrocchia?
 
Rischiare la felicità Stampa

Cammino giovani laici comboniani Venegono 2005-06

"Rischiare la felicità"

 

CALENDARIO DATE

25 SETTEMBRE

30 OTTOBRE

27 NOVEMBRE

18 DICEMBRE (preparazione al Natale)

15 o 29 GENNAIO (incontro aperto ai laici del Nord Italia)

26 FEBBRAIO

26 MARZO

23 APRILE (preparazione alla Pasqua)

14 o 28 MAGGIO (incontro aperto ai laici del Nord Italia a Limone)

25 GIUGNO

 

TEMI DEGLI INCONTRI (possibili eventuali variazioni...)

  1. L'accoglienza (l'inizio del cammino)
  2. Lo sguardo di Comboni sui laici
  3. La famiglia: cosa significa essere una famiglia aperta alla missione
  4. Vivere in comunità: come essere una comunità missionaria
  5. Ricercare la giustizia: stili di vita, sobrietà, impegno sociale
  6. Le difficoltà del cammino, "amare" la croce (Ritiro di Pasqua)
  7. Eucaristia, diventare pane spezzato per essere in comunione con i fratelli
    (Come essere laici comboniani all'interno delle proprie comunità: accoglienza territoriale, animazione missionaria sul territorio)
  8. Accoglienza del disegno di Dio su di noi; rischiare la felicità



STRUTTURA DEGLI INCONTRI

h. 9.00   incontro e accoglienza

h 9.30    preghiera iniziale (preparata a turno dai laici)

h. 10.00 catechesi (condotta da un padre comboniano)

h. 10.45 spiegazione e contestualizzazione delle domande e dell'eventuale materiale per il deserto (preparata a turno dai laici)

h. 11.00 deserto

h. 12.30 pranzo condiviso

h. 14.30 inizio condivisione

h. 15.30 lettura di lettere, esperienze dalla missione

h. 16.30 S. Messa (preghiera dei fedeli libera)

 

CONDUZIONE (alternata tra padri comboniani e laici comboniani)

Laici: portare domande per la riflessione durante il deserto

  • proposte per il brano di vangelo
  • brani per la riflessione
  • preghiera del mattino
  • preparazione e organizzazione della messa

Padri: scritti del Comboni, catechesi

 

IDEE SU COME FARE COMUNIONE CON I LAICI IN MISSIONE

  • mandare mail ai laici con tutto il materiale degli incontri, le riflessioni...
  • intenzioni all'interno della messa
  • tenere contatti con i laici, con i loro progetti
  • sostenere economicamente un progetto all'anno, tenere i contatti poi maggiormente con il progetto finanziato. Il progetto è ancora da decidere e discutere insieme
 
Missione e comunità: lavori di gruppo Stampa


Gruppo SOBRIETÀ del nostro ultimo incontro in quel di Cabiaglio.

AS-IS

TO-BE

Scelte individuali:

  • GAS (gruppi di acquisto solidale)
  • Scelta prodotti (boicottaggio, consumo critico dei prodotti)
  • Commercio equo solidale

►►►

Accesso al banco alimentare come scelta di riduzione dello spreco; si potrebbe indagare quali sono i canali d'accesso [PATTY] ed immaginare anche un eventuale sostegno a persone con bisogni.

Scelte di gruppo:

  • Vacanze "sobrie"
  • Cassettina per autotassazione

►►►

Strutturare i "versamenti" per dare continuità e credibilità all'autotassazione.

Potrebbe essere un primo passo di un cammino che ci porti verso la cassa comune; tale cammino rimane comunque ancora da individuare/strutturare.

Autoproduzione [vedi fotocopie della PATTY]

Confronto a gruppetti sulle scelte concrete (come consumare, come acquistare, acquisti importanti (macchina, ecc).

INTERVENTI INFORMATIVI / FORMATIVI:

  • Quali sono gli strumenti per il consumo critico?
  • Risparmi & investimenti: come andiamo ad investire? Come scegliere una banca?
  • Fonti di energie alternative (fotovoltaico, ecc): quali i costi? Le agevolazioni?

Potrebbe essere possibile specializzarsi e preparare della documentazione da relazionare agli incontri come brevi "pillole" sugli strumenti.

In alternativa potremmo inviare degli esperti/relatori su di un dato tema.

Considerazione generale:

vi è la necessità di dare concretezza alle nostre scelte quotidiane:

dobbiamo prendere coscienza del fatto che decisioni comuni in campo economico ci danno concretezza e credibilità rispetto al percorso comunitario.


 


 

Gruppo PREGHIERA
le proposte concrete, a partire da ciò che già viviamo e ciò che potremmo vivere sono le seguenti:

- ÉQUIPE LITURGIA a rotazione, L'idea dell'équipe è quella di prendersi cura dei momenti di condivisione spirituale dedicando più attenzione e tempo alla preparazione delle Lodi ma soprattutto della messa:

per ogni incontro due/tre persone si occuperanno di curare la preparazione della messa (i canti, eventuali segni o gesti...), e cureranno le Lodi (canti, eventuali letture di testimoni che possono introdurre nell'argomento dell'incontro).
Saranno comunque le persone che preparano l'incontro a pensare alla preghiera ed alla lettura delle Lodi.

Per l'incontro di gennaio si sono proposti Davide e Silvia, (c'è una CENA finché CE N'E' da organizzare con me e Bianca!!!)

- PREGHIERA NELLA COMUNIONE DEI CUORI, ovvero superare le distanze attraverso una preghiera vissuta nello stesso giorno e nello stesso momento (stessa ora, minuti e secondi !!!), fissiamo tutti i MARTEDI'
nella preghiera della compieta alla sera, che è il momento più accessibile a tutti, single, famiglie e religiosi, attraverso le forme personali di preghiera, senza trovarne una uguale per tutti. Il senso di questa proposta è di dedicare del tempo a noi stessi e al Signore, che dalla condivisione non è risultato così semplice, di pensarci, ciascuno di noi in comunione con l'altro per sentirci comunità anche a distanza, una comunità che si affida al Signore.

- IL QUADERNO DELLE PREGHIERE, ovvero come un "diario" della nostra comunità "il cuore pensante della comunità"!, dove trascrivere sottoforma di preghiera, che poi si può anche leggere durante la messa, quei pensieri che non sono stati condivisi durante l'incontro e che, ovviamente, si vorrebbero condividere...l'idea del quaderno è di servirsi di uno strumento per far fronte al limite del tempo ed all'ostacolo dei "pensieri faticosi" (scusate l'espressione non ne venivano altre!) che, difficili da condividere in comunità, soffocano il confronto fra di noi e le nostre diversità.

Ci penserà Silvia a portarlo al prossimo incontro di Gennaio


Gruppo CONDIVISIONE
Elaborate durante la convivenza di Castello Cabiaglio. Praticamente 2 semplici proposte che abbiamo elaborato:

  1. Raccontiamoci. Breve scritto sulla nostra storia.
  2. Le cene finché CE N’È. Incoraggiamo le cene a due a due come momento prezioso per un raccontarsi a 360°

1. Proponiamo che ognuno nei prossimi mesi provi a buttar giù per scritto una breve storia della propria vita,con attenzione alle vicende che lo hanno portato a far parte dei laici missionari comboniani…Non deve essere un’autobiografia da centinaia di pagine, ma solo qualche riga, cessò una pagina che delinei alcuni tratti principali, quelli che hanno lasciato il segno nelle nostre storie….Questi scritti serviranno essenzialmente a noi come gruppo come strumento per conoscerci di più…Vedremo poi come utilizzarli nello specifico. 2. Le cene finchè CE N’È sono un invece un incoraggiamento ad invitarci l’un l’altro a cena.È una cosa che a volte già facciamo, ma che sarebbe bello fare con più assiduità.L’incontro a due a due è un momento privilegiato dove potersi conoscere più a fondo,occasioni per raccontarsi anche oltre alla “solita” dimensione del gruppo laici, per condividere alla spicciola di cosa è fatta la quotidianità delle nostre vite etc…Il tenere traccia delle cene tra noi ci può aiutare a tessere una mappa di collegamenti tra noi che cercheremo Di formare in modo più uniforme ed interconnessa possibile.

Ultimo proposito del gruppo condivisione è quello di riordinare tutti gli scritti sin qui prodotti dal nostro gruppo. E per quelle nostre iniziative per cui ancora non si è scritto nulla, mettere nero su bianco qualcosa (ad es. korokombo). Il sito web vuole essere uno strumento per operare questo riordino… Ricordo che tutti hanno la possibilità di inserire pagine sul sito…!



Gruppo ACCOGLIENZA/SERVIZIO

Dove siamo? Cammino personale e di gruppo

  • accoglienza tra di noi
  • accoglienza delle altre realtà
  • accoglienza degli ultimi

Accoglienza tra di noi - è necessario imparare ad accogliere le differenze tra di noi. Conoscendoci sempre più ci stiamo accorgendo di differenze di carattere, di abitudini, di idee, di obiettivi. Non siamo ideali gli uni per gli altri ed è necessario tenerlo sempre presente. Questo tipo di accoglienza non è data una volta per tutte, ma deve essere allenata continuamente.

Accoglienza degli ultimi - in quanto gruppo missionario accoglienza e servizio sono necessarie a questo gruppo, sono espressione della missionarietà, l'accoglienza non può ridursi all'interno del gruppo. Siamo tentati di rimandare la concretezza di questo aspetto a quando ci sarà la comunità, pensando che allora ci saranno le condizioni adatte. Ma qualcuno del gruppo ritiene che sia una scelta che non può aspettare le condizioni ottimali, può già essere vissuta oggi. Ci chiediamo, ci sentiamo già adesso parte di una comunità territoriale che può portare avanti scelte di questo tipo? Siamo già una comunità territoriale in cui, anche se non si vive porta a porta, ci si sostiene concretamente? Il gruppo è disponibile a sostenere le scelte "concrete" di accoglienza di alcuni? (Ad esempio, se qualcuno scegliesse di intraprendere la strada dell'affido di minori o cosa più frequente se qualcuno di noi ricevesse la richiesta di accogliere urgentemente qualcuno in un momento di difficoltà?)

Pensando al futuro, alla realizzazione della comunità, sentiamo come gruppo di avere una specificità nell'attenzione nei confronti degli immigrati?

 
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Combinazione Onlus - associazione di volontariato - c.f.: 90035090126