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Missione e comunità: preghiera Stampa

Noi deponiamo

Signore nostro Dio!

Così grande è la tua bontà incommensurabile

che tu ci permetti d'invocarti

come nostro Dio, nostro Creatore,

nostro Padre, nostro Salvatore;

che tu ci conosci tutti, ci ami tutti

e che tu vuoi essere conosciuto

e amato da noi tutti,

che tutte le nostre vite

sono davanti a te e dirette a te,

che noi veniamo a te

e possiamo andare a te.

 

Noi deponiamo di fronte a te

ogni nostra preoccupazione,

affinché tu te ne prenda cura;

la nostra inquietudine,

affinché tu la plachi;

le nostre speranze e i nostri voti,

affinché sia fatta la tua volontà

e non la nostra;

i nostri peccati

affinché tu li perdoni;

tutta la nostra vita terrestre

affinché tu la conduca alla risurrezione

di ogni carne e della vita eterna.

(Karl Barth)

 

Salmo 133 (132): La vita fraterna

 

Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!

E' come olio profumato sul capo, che scende sulla Barba,

sulla Barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste.

E' come rugiada dell'Ermon, che scende sull'orlo della sua veste.

Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre..



Letture

 

Vita dei primi cristiani. Atti 2,42-48

 

Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.

Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.

Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la stima di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

 

Atti 4,32-35

 

La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della resurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande stima. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o cose li vedevano, portavano l'importo di ciò che era stato veduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

 
Missione ad gentes: condivisione Stampa
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Missione ad gentes: cammino storico, geografico e teologico Stampa

CAMMINO STORICO, GEOGRAFICO E TEOLOGICO

 

STORIA

Anche se l’amore di Comboni per la Missione nasce leggendo i libri di Missionari Giapponesi o di Missionari che tornavano da esperienze di Missione in Oriente, il “SUO UNICO AMORE FU PER L’INFELICE NIGRIZIA”, identificabile in quegli anni con l’AFRICA CENTRALE.

La decisione di spingersi nel cuore dell’Africa nasce dal fatto che le Missioni, in quella zona, erano state chiuse; fatiche, clima insopportabile malattie e l’estrema condizione di povertà in cui era costretta la gente, avevano reso l’impatto con questa realtà, a chi si era avvicinato prima di lui, enorme, quasi intollerabile dal punto di vista umano. Ma è proprio questa condizione in cui riversava il Popolo dell’Africa Centrale, il più povero ed il più infelice, anche dal punto di vista della fede, che spingono Comboni ad andare avanti sempre più, a non desistere da ciò che aveva iniziato con tanto entusiasmo perché capisce che non si tratta di una Missione “sua”, ma “è Gesù che ama questo popolo, PRIVILEGIATO perché ULTIMO.”

Fino a quel momento, invece, le Missioni erano legate prevalentemente ad una presenza colonizzatrice, oppure erano presenti sulle coste, centro nevralgico delle rotte commerciali.

Comboni spezza anche questo modo di intendere la Missione e mette a punto una nuova strategia missionaria: ANDARE DOVE SONO GLI AFRICANI.

 

GEOGRAFIA

Il Popolo Africano aveva dovuto sopportare diverse tribolazioni, non da ultima la piaga della schiavitù; la sofferta diaspora verso Paesi lontani ed economicamente più ricchi come l’Europa, le Americhe e l’Asia, in particolare l’India, era diventata ormai una dura realtà quotidiana per le popolazioni che si trovavano a subire la scelta altrui di avere una famiglia divisa forzatamente e privata dei suoi elementi più giovani destinati alle piantagioni ed ai lavori manuali nelle Americhe, per quanto riguarda gli uomini, mentre, per le donne il destino era quello delle corti centro-asiatiche, ottomane, arabe ed ai principati indiani.

Partendo, quindi, dal principio “ANDIAMO DOVE SONO GLI AFRICANI”, le Missioni Comboniane si aprono, dapprima, verso l’America del Nord e l’America Latina.

In America del Nord si cerca inizialmente uno sbocco di tipo finanziario; i missionari che erano stati inviati in quella zona, infatti, erano dei FRATI MENDICANTI.

In America Latina, invece, si cerca si rivolgere l’attenzione verso le minoranze; teniamo in considerazione, infatti, il fatto che nel solo Brasile il 20% della popolazione discende dagli Africani deportati.

In entrambe le realtà Americane, oggi, l’impegno e l’intento Comboniano è lo stesso delle altre Missioni con un proposito in più, però, quello di far scoprire ai discendenti di quanti sono stati portati via con la forza dall’Africa da dove provengono, a che cultura appartengono e renderli consapevoli, non solo della loro storia ma anche del loro valore di persona umana, delle loro capacità, per meglio vivere la propria vita insieme agli altri.

Negli anni '80 il Vaticano chiede di aprire una Missione in Asia. Non è una volontà che nasce dalla tradizione comboniana, ma da PROPAGANDA FIDE dello stesso Vaticano legato alla Cina, paese in cui abita ¼ dell’umanità.

Il progetto iniziale è, ovviamente, quello di partire per imparare la lingua ed il paese prescelto sono le Filippine, sempre per creare la dimensione Missionaria di apertura verso la Cina.

In Cina la situazione, invece è più problematica. Ci si trova di fronte a due realtà diverse per quanto riguarda la Chiesa; una sottostà al regime, mentre l’altra non è ufficiale, una sorta di “chiesa sotterranea” perseguitata, i cui Vescovi venivano catturati e messi in prigione. L’unica via per accedere a questo Paese era quella di tipo commerciale e, quindi, i Comboniani partono ed entrano in Cina come mercanti.

L’Africa, comunque, mantiene sempre un ruolo per così dire “privilegiato” nel cuore della Missione Comboniana, ma anche in questo caso non ci si limita più all’Africa Centrale. La suddivisione delle terre “a tavolino” da parte dei colonizzatori, aveva fatto sì che diverse tribù venissero ulteriormente frammentate in Stati divisi da linee immaginarie di confine. La Missione Comboniana, seguendo sempre il Principio di Comboni, porta i Missionari a seguire le tribù e l’etnie su invito dei Vescovi.

 

TEOLOGIA

Il Concetto di MISSIONE AD GENTES è cambiato nel tempo.

Fino al Concilio Vaticano II il dogma che perdurava da secoli era quello di S. Cipriano “NON C’È SALVEZZA SENZA CHIESA”.

La Chiesa veniva, quindi, vista come una seconda “Arca di Noè” sulla quale necessariamente doveva salire il maggior numero di “Anime” possibili; ciò portava i Missionari a non accettare quanto di diverso ci fosse nelle altre culture o religioni.

Un esempio per tutti può essere quello del Togo: Paese che sotto la colonizzazione tedesca si è visto bruciare ogni simbolo che fosse riconducibile alla cultura locale.

La SVOLTA si ha con il Concilio Vaticano II che ha ribadito la centralità dell’ANNUNCIO; lo Spirito Santo opera anche al di fuori della Chiesa, “SOFFIA DOVE VUOLE” (S. Giovanni), quindi anche in altre culture ed in altre religioni. IL MISSIONARIO DEVE RISPETTARE QUESTO NUOVO MODO DI VEDERE LE COSE.

Il Comboniano, quando parte per la Missione, deve rispettare la cultura e la religione già presente, accettando con il cuore quanto c’è di positivo e da qui porre le basi per indirizzare il Messaggio Evangelico. Starà, poi, a chi ascolta e sta a contatto con chi annuncia accettare o meno quanto viene proposto.

DIO SALVA ATTRAVERSO ALTRE VIE A NOI NON CONOSCIUTE e gli uomini devono capire e sapere che anche queste sono vie di salvezza.

Il GRANDE CAMBIAMENTO messo in atto dal Concilio è stato quello di far entrare in modo vivo ed attivo il concetto di “REGNO DI DIO” nella vita della Chiesa e della Missione.

Più di una volta Gesù ha parlato della sua presenza sulla Terra per realizzare il REGNO DI DIO -TUTTO IL RESTO VI SARÀ DATO IN PIÙ-

Oggi è difficile dare a questa espressione un significato chiaro, anche se il messaggio di fondo si è capito, ovvero, se prima la salvezza si raggiungeva attraverso la Chiesa, oggi bisogna ricercare e rendere possibile il “REGNO DI DIO”, ovvero qualcosa di talmente grande ed importante da andare al di là della Chiesa stessa.

I Missionari, quindi, vengono inviati ad annunciare, a portare il REGNO DI DIO anche dove la Chiesa non c’è; per cui ci sono tante persone nel Mondo che lavorano per il Regno di Dio.

Le Leggi del Regno di Dio sono le BEATITUDINI ed il compito del Missionario oggi è quello di proclamarle in modo tale che il Regno di Dio sia presente nel Cuore di tutti gli uomini.

LA CHIESA, QUINDI, È AL SERVIZIO DEL REGNO DI DIO E NON IL CONTRARIO.

Oggi, quindi, il Comboniano quando annuncia non può non tener presente questo ed i tre valori che ne derivano: PACE, SOLIDARIETÀ E GIUSTIZIA.

Nel Mondo le realtà di grande necessità sono infinite, ma è necessario che i Comboniani si identifichino in una OPZIONE FONDAMENTALE. Questo fa capire che non si può essere presenti ovunque.

Un esempio per tutti:

Nel 1989 cade il MURO di BERLINO e ci si trova a scontrarsi con una realtà nella quale il 90% della popolazione è atea. È stato chiesto l’Intervento dei Comboniani, ma non è stato possibile. Ci si trova in Europa, un luogo in cui tutti hanno la possibilità di credere, di incontrare Gesù, se solo lo volessero.

L’OPZIONE FONDAMENTALE dei Comboniani sono quei Paesi in cui Gesù non è stato annunciato o non sufficientemente conosciuto.

 
Missione e chiesa locale: preghiera Stampa


26 Novembre 2006

Missione e Chiesa Locale: presenza dei LMC sul territorio

 

Canto iniziale

Dal Salmo 80

Intercessione per la restaurazione d'Israele

1Porgi orecchio, o Pastore d'Israele,
che guidi Giuseppe come un gregge;
o tu che siedi sopra i cherubini,
fa' risplendere la tua gloria!

2 Davanti a Efraim, a Beniamino e a Manasse, risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci!
3 O Dio, ristoraci,
fa' risplendere il tuo volto e saremo salvi.
4 SIGNORE, Dio degli eserciti,
fino a quando sarai irritato contro la preghiera del tuo popolo?

5 Tu li hai cibati di pane intriso di pianto
e li hai dissetati con lacrime in abbondanza.
6 Tu ci hai resi oggetto di contesa per i vicini
e i nostri nemici ridono di noi.

7 O Dio degli eserciti, ristoraci,
fa' risplendere il tuo volto e saremo salvi.
8 Portasti fuori dall'Egitto una vite;
scacciasti le nazioni per piantarla;

9 tu sgombrasti il terreno
ed essa mise radici e riempì la terra

10 I monti furono coperti della sua ombra
e i suoi tralci furono come cedri altissimi.
11 Stese i suoi rami fino al mare
e i suoi germogli sino al fiume.
12 Perché hai rotto i suoi recinti
e tutti i passanti la spogliano?

13 Il cinghiale del bosco la devasta,
le bestie della campagna ne fanno il loro pascolo.
14 O Dio degli eserciti, ritorna;
guarda dal cielo, e vedi, e visita questa vigna;
15 proteggi quel che la tua destra ha piantato,
e il germoglio che hai fatto crescere forte per te.

16 Essa è arsa dal fuoco, è recisa;
il popolo perisce alla minaccia del tuo volto.
17 Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che hai reso forte per te,
18 e noi non ci allontaneremo da te.
Facci rivivere, e noi invocheremo il tuo nome.
19 SIGNORE, Dio degli eserciti, ristoraci,
fa' risplendere il tuo volto e saremo salvi.

Gloria

Dal Vangelo di Giovanni (15,1-17)

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo. Ogni tralcio che in me non dà frutto, lo toglie via; e ogni tralcio che dà frutto, lo pota affinché ne dia di più. Voi siete già puri a causa della parola che vi ho annunziata. Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se non rimane nella vite, così neppure voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli.
Come il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia completa. «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di dar la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

 

Risonanze spontanee e preghiere personali

 

Preghiera (Giovanni Paolo II)

O Vergine santissima,
Madre di Cristo e Madre della Chiesa,
con gioia e con ammirazione,
ci uniamo al tuo Magnificat,
al tuo canto di amore riconoscente.

Con Te rendiamo grazie a Dio,
«la cui misericordia si stende
di generazione in generazione»,
per la splendida vocazione
e per la multiforme missione
dei fedeli laici,
chiamati per nome da Dio
a vivere in comunione di amore
e di santità con Lui
e ad essere fraternamente uniti
nella grande famiglia dei figli di Dio,
mandati a irradiare la luce di Cristo
e a comunicare il fuoco dello Spirito
per mezzo della loro vita evangelica
in tutto il mondo.

Vergine del Magnificat,
riempi i loro cuori
di riconoscenza e di entusiasmo
per questa vocazione e per questa missione.

Tu che sei stata,
con umiltà e magnanimità,
«la serva del Signore»,
donaci la tua stessa disponibilità
per il servizio di Dio
e per la salvezza del mondo.
Apri i nostri cuori
alle immense prospettive
del Regno di Dio
e dell'annuncio del Vangelo
ad ogni creatura.

Nel tuo cuore di madre
sono sempre presenti i molti pericoli
e i molti mali
che schiacciano gli uomini e le donne
del nostro tempo.
Ma sono presenti anche
le tante iniziative di bene,
le grandi aspirazioni ai valori,
i progressi compiuti
nel produrre frutti abbondanti di salvezza.

Vergine coraggiosa,
ispiraci forza d'animo
e fiducia in Dio,
perché sappiamo superare
tutti gli ostacoli che incontriamo
nel compimento della nostra missione.
Insegnaci a trattare le realtà del mondo
con vivo senso di responsabilità cristiana
e nella gioiosa speranza
della venuta del Regno di Dio,
dei nuovi cieli e della terra nuova.

Tu che insieme agli Apostoli in preghiera
sei stata nel Cenacolo
in attesa della venuta dello Spirito di Pentecoste,
invoca la sua rinnovata effusione
su tutti i fedeli laici, uomini e donne,
perché corrispondano pienamente
alla loro vocazione e missione,
come tralci della vera vite,
chiamati a portare molto frutto
per la vita del mondo.

Vergine Madre,
guidaci e sostienici perché viviamo sempre
come autentici figli e figlie
della Chiesa di tuo Figlio
e possiamo contribuire a stabilire sulla terra
la civiltà della verità e dell'amore,
secondo il desiderio di Dio
e per la sua gloria.

Amen.

 

Canto finale

 
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Combinazione Onlus - associazione di volontariato - c.f.: 90035090126