Progetto Comunità LMC |
Venegono Superiore, settembre 2012
Progetto Comunità Laici Missionari Combonianidel gruppo Laici Missionari Comboniani (LMC) di Venegono
PrologoLa nostra storia comune parte da un “luogo” chiamato GIM. Al GIM ci siamo incontrati, conosciuti e abbiamo condiviso alcuni passi del nostro cammino. Grazie al percorso GIM è nata in noi la vocazione missionaria. Proprio lì, nella nostra vocazione missionaria, oggi individuiamo le radici del nostro sentirci comunità: ci sentiamo chiamati a lavorare insieme e a sentirci famiglia al servizio della missione. Il desiderio di essere comunità viene poi rafforzato dal desiderio di immaginare la propria vita in modo diverso da quello che il mondo propone come standard, dal bisogno che sentiamo forte di trovare “un’alternativa possibile”. Nel 2006 iniziamo ufficialmente il nostro percorso come Laici Missionari Comboniani, chiedendo di essere accompagnati nel cammino di formazione spirituale dalla comunità dei Missionari Comboniani di Venegono Superiore. Sin da subito il nostro essere comunità viene tradotto anche nel progetto di una comunità residenziale: vediamo in questo progetto un mezzo con cui fare missione in maniera più incisiva sul nostro territorio e soprattutto la possibilità di essere una base operativa per chi desidera partire. Ha così inizio la nostra ricerca di una struttura che si presti a questo scopo. Tale ricerca si rivelerà nel tempo molto lunga e molto spesso fatta di strade chiuse. Nel 2007 ci costituiamo ONLUS dando vita all’associazione CombInAzione attraverso cui proseguiamo le attività di animazione missionaria e liturgica con il coro “Korocombo”, di educazione alla mondialità e di sostegno a progetti di missione nel Sud del mondo, in particolare quelli in cui sono coinvolti dei laici. Mentre gli anni passano, diventiamo sempre più protagonisti del nostro cammino spirituale che è il perno attorno al quale fondiamo le nostre scelte e la nostra fede; troviamo sempre nuovi stili e nuovi strumenti per crescere nella nostra vocazione missionaria. Nel 2009 insieme ad altri gruppi di Laici Missionari Comboniani italiani (in particolare Palermo) cerchiamo di ricostituire un coordinamento a livello nazionale che ci permetta di incontrarci, conoscerci, confrontarci con altre realtà laicali comboniane su temi quali l’identità del laico missionario comboniano e la missione. Dal 2010 sino al loro ritorno quest’anno sosteniamo in modo continuativo la missione di Federico e Ilaria, Laici Missionari Comboniani ad Açailândia in Brasile. Nel 2011 dal nostro gruppo partono per Aber (Uganda) Marco, Maria Grazia e il piccolo Francesco: il coinvolgimento è tale che è come se partissimo tutti. Anche con il loro progetto ci impegniamo con un sostegno economico continuativo. Ad inizio anno (2012) conosciamo Marco e Valentina, interessati a proseguire il progetto Açailândia. Da allora partecipano con assiduità ai nostri incontri e, da parte nostra, cerchiamo di accompagnarli nella preparazione alla partenza. Partiranno a novembre e a loro abbiamo garantito lo stesso sostegno che abbiamo dato a Federico e Ilaria. Guardando indietro alla nostra storia recente non possiamo che essere grati per tutti i doni che abbiamo ricevuto in termini di incontri, di crescita, di vocazioni, di testimonianza ricevuta e data, ma ci rendiamo anche conto che la nostra storia ha bisogno di una svolta. Sentiamo di avere le premesse e le potenzialità per dare vita ad una comunità laicale missionaria comboniana che sia luogo di spiritualità e formazione missionaria per i laici partenti, nonché segno, testimonianza e strumento di animazione per il territorio in cui siamo chiamati a vivere. Sentiamo che sarà un passo importante e fondamentale non solo per il nostro gruppo ma per l’intero cammino LMC che in questi ultimi anni sta vivendo una nuova primavera.
MotivazioniCi sono molte motivazioni che hanno portato ognuno di noi a sognare questo progetto. Quella che sicuramente accomuna tutti è la ricerca di una vita vera e in abbondanza. Siamo convinti che la vera vita nasca dallo spendere la vita per gli altri, a partire dagli impoveriti del mondo. Abbiamo cercato di riassumere in alcune parole chiave le nostre motivazioni:
Vogliamo avere come modello le prime comunità cristiane, sostenendoci a vicenda nel bisogno e nelle difficoltà, aiutandoci nella realizzazione dei sogni; condividendo le gioie del cammino anche i sogni impegnativi diventano possibili. Riteniamo fondante del nostro stile di vita quell’aiuto da cortile che caratterizzava le corti e le cascine dei nostri nonni dove ognuno trovava sempre delle spalle a cui appoggiarsi per sostenersi ed insieme procedere. Così facendo speriamo di creare e vivere relazioni sane, profonde. La qualità delle relazioni che sappiamo instaurare determina la qualità della nostra vita. Pensiamo sia necessario praticare con costanza la condivisione, la correzione fraterna, il confronto nelle scelte importanti come in quelle meno importanti. Ad esempio sapere di non essere soli nel difficile compito dell’educazione dei figli.
Il modello di società in cui siamo inseriti ci lascia spesso perplessi: vorremmo che la nostra comunità cercasse soluzioni e modi nuovi per stare nel mondo senza esserne assorbiti. Aspiriamo ad una vita coerente che sappia evitare la schizofrenia tra famiglia e lavoro vivendo in ogni luogo e momento i valori in cui crediamo e la fede che ci è stata donata. Nel cammino spirituale ognuno sarà stimolo e aiuto per il prossimo con l’obiettivo di scoprire, un passo alla volta, come delle famiglie possano tradurre nel quotidiano la spiritualità comboniana.
La comunità potrà aiutarci a dare concretezza al desiderio di essere famiglie aperte. Vogliamo evitare il rischio di “autocentrarci”, di chiuderci in noi stessi: pensiamo la famiglia come un sistema aperto, che sappia stare in rete. In quanto Chiesa domestica, la famiglia è chiamata a vivere la missione ed essere un canale privilegiato di trasmissione del Vangelo.
Sentiamo viva la nostra vocazione missionaria. Essere aperti alla missione significa, oltre alla disponibilità a partire per luoghi lontani, essere disposti ogni giorno a lasciare qualcosa di noi stessi per fare spazio agli ultimi, per trovare luogo, modo e tempo di incontrarli nell’ordinario della nostra quotidianità, nella nostra famiglia, nella nostra casa, nella nostra città. La spinta che sentiamo verso i più poveri, gli ultimi, gli abbandonati, ci porta a pensare ad un piano di rigenerazione che coinvolga anche le strade del nostro paese e le periferie delle nostre città. Anche qui vorremmo creare un luogo di speranza per gli ultimi della terra in stretta comunione con chi dall’altra parte del mondo lotta e soffre per avere vita piena e giustizia per tutti gli uomini.
Sentiamo molta sintonia con quanto Daniele Comboni ha vissuto nella sua vita. Il suo esempio ci sprona nelle scelte e ci infonde determinazione nel portarle avanti. Anche noi, come gli altri membri della famiglia comboniana, ci sentiamo eredi della testimonianza che ci ha lasciato e chiamati a continuare il cammino da lui intrapreso.
ObiettiviLa comunità vuole essere base operativa per progetti LMC nel Sud del mondo. La comunità vuole essere luogo e strumento per fare missione qui. La missione ad gentes può e deve essere vissuta anche in Italia diventando, tra l’altro, ponte di collegamento con la missione nel Sud del mondo; vivere uno stile di vita missionario è più facile all’interno di una “comunità di resistenza” che, attraverso la vita comune, può trovare modalità e strumenti concreti per incarnare il Vangelo. Alcune modalità concrete che caratterizzeranno fin da subito la comunità possono essere così sintetizzate:
La comunità dovrà essere un luogo dove potersi sperimentare nella vita comunitaria, come parte del cammino di preparazione alla partenza per un periodo lungo di missione nel Sud del mondo, nonché luogo di appoggio nella fase del rientro. Sempre di più oggi sentiamo di assumere questo ruolo soprattutto in considerazione del fatto che alcune famiglie a noi vicine hanno fatto questo tipo di scelta permettendoci di comprendere ancora meglio il significato e l'importanza di essere comunità per potersi mettere a servizio della missione. Questa necessità viene espressa anche da altri gruppi di Laici Missionari Comboniani che a livello nazionale stanno camminando e crescendo insieme in un cammino di coordinamento. Il Coordinamento nazionale ha ripreso, da circa tre anni, ad incontrarsi regolarmente e vedrebbe nella costituzione di una nuova comunità una spinta a proseguire nel progetto ed un riconoscimento da parte di tutta la famiglia comboniana del ruolo del laicato nel contesto italiano. A questo proposito ci preme sottolineare come il movimento LMC in Italia si stia caratterizzando in modo peculiare rispetto al resto d'Europa in quanto i partenti ed i non partenti assumono ruoli complementari ma entrambi fondamentali alla realizzazione del progetto missionario. Per questo stanno manifestando la necessità di un cammino unitario dove le diverse realizzazioni della vocazione missionaria possano camminare e crescere insieme, ma soprattutto essere sostegno e ricchezza per entrambi.
La comunità non si limiterà ad essere accogliente con i laici missionari in partenza o rientranti: la coerenza verso lo stile di vita cui aneliamo ci impone di tenere le porte aperte, sempre attenti alle necessità del territorio, in particolare alle situazioni di maggiore povertà. Avendo a disposizione uno spazio indipendente per l’accoglienza si potrebbe pensare a situazioni di particolare disagio economico o sociale che possano avere bisogno di appoggio per un periodo, soprattutto famiglie e migranti. Inoltre potremmo offrire, a famiglie o singoli in ricerca, l’opportunità di sperimentarsi nella vocazione alla vita in comunità. Inoltre ogni famiglia decide se e come può accogliere chi ha bisogno di famiglia ed in questo sa di non essere sola, ma di avere la comunità al suo fianco.
Abbiamo sempre ritenuto una grande ricchezza la nostra vicinanza fisica e spirituale al Castello di Venegono Superiore in quanto lo riconosciamo come luogo significativo per la nostra storia e la nostra vocazione oltre che importante centro di animazione missionaria per il territorio in cui si trova, oggi ancora più di un tempo. Abbiamo sempre ritenuto importante che la Comunità potesse sorgere in prossimità del Castello per questa ragione e per poter proseguire e sostenere le attività di animazione missionaria e la testimonianza comboniana sul territorio portate avanti dalla comunità religiosa.
Caratteristiche della comunitàNell’immaginare la comunità abbiamo identificato alcuni capisaldi:
fisici, quale ingrediente fondamentale della comunità per permettere una convivialità periodica e facilitare l’apertura al mondo; temporali, per favorire il confronto spicciolo nel quotidiano come anche una condivisione maggiormente strutturata;
|