Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi: assistiamo al primo scontro tra i capi del sinedrio e gli apostoli. Gli apostoli rimangono molto rispettosi, non hanno ancora l'idea di allontanarsi dalla religione giudaica. Gli apostoli vogliono affermare la verità: Gesù. Non vogliono andare contro. Esperienza della forza che viene dalo Spirito Santo. L'accusa che viene mossa loro è molto debole: hanno guarito una persona, in un giorno lavorativo pergiunta. Il popolo è con loro. Gli apostoli non nascondono nulla, dicono con chiarezza: voi avete ucciso l'autore della vita. La prima parte della verità è un'accusa. La dicono conoscendo le conseguenze. Anche Gesù dicendo la verità si "autocondannò" davanti al sinedrio "tu l'hai detto: sono il Figlio di Dio" Dobbiamo avere la forza anche di accusare. Il processo descritto in questo capitolo è molto importante perchè ci sono tutti i capi (quelli che pensavano che uccidendo Gesù avrebbero posto fine al suo movimento) preoccupati dell'annuncio degli Apostoli: la morte di Gesù non è la fine ma l'inizio di tutto. Nel processo viene affermato che Gesù è l'unico che dà salvezza al mondo. "Non possiamo non parlare di ciò che abbiamo visto e sentito" è il cuore dell'annuncio missionario. Un cristiano che non annuncia snatura la sua vocazione. L'unica differenza tra la prima comunità cristiana e la nostra è che i primi hanno visto e sentito, noi dobbiamo continuare ad annunciare le opere che Dio compie nella nostra vita. È importante che ognuno continui a vedere e sentire come Dio opera nella propria vita. Non si può annunciare se non ciò che si è udito e sentito.
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