Documento sulla comunità consegnato a p. Gianni Nobili Stampa

15 dicembre 2005

Progetto Comunità Laici Comboniani
(gruppo lmc Venegono)

Prologo

La nostra storia comune parte da un "luogo" chiamato GIM.

Al GIM o grazie al GIM ci siamo incontrati, conosciuti e abbiamo condiviso alcuni passi del nostro cammino.

Il sogno della comunità invece molto probabilmente ha radici più lontane e ramificate. Parte dal desiderio di immaginare la propria vita in modo diverso da quello che il mondo propone come standard. Parte dal bisogno che sentiamo forte di trovare "un'alternativa possibile". La risposta gira e rigira si trova nel tipo e nella qualità delle relazioni che siamo capaci di creare: per questo pensiamo alla comunità.

Dopo alcuni anni di lenta maturazione delle nostre scelte di vita, di dolce corteggiamento di sogni futuri, siamo arrivati al momento in cui sentiamo che il tempo opportuno (kairos) è arrivato. Noi ci stiamo, ci vogliamo mettere in gioco.

I cammini che su diverse strade abbiamo percorso ci hanno portato sino a qui: Vangelo, missione, condivisione, accoglienza sono i semi che insieme ora vogliamo far crescere e far fruttificare.

 

Alcuni di noi hanno conosciuto le comunità di famiglie di ACF e hanno preso parte al movimento che le sostiene entrando nei gruppi di condivisione. Ci sembra che il loro modello risponda in buona parte a quello che stiamo cercando... ecco... in buona parte ma non in tutto. Forse semplicemente basterebbe aggiungere un paio di ingredienti che noi sentiamo molto importanti: la preghiera comune e l'attenzione alla missione. Cioè, tradotto in parole semplici: il nostro sentirci Comboniani.

 

Motivazioni

Ci sono molte motivazioni che hanno portano ognuno di noi a sognare questo progetto. Quella che sicuramente accomuna tutti è il desiderio di vivere una vita felice. Essere felici e star bene è il presupposto necessario per poter essere risorsa per gli altri. Se vogliamo essere d'aiuto a qualcuno, dobbiamo averne "le forze".

Questo presupposto ha stimolato altre motivazioni:

  • Aiutarci nel realizzare i sogni. Sostenendoci a vicenda nel bisogno e nelle difficoltà, condividendo le gioie del cammino anche i sogni impegnativi diventano possibili.
  • Evitare il rischio di "autocentrarsi", di chiudersi su sé stessi. Vogliamo pensare la famiglia come un sistema aperto, che sappia stare in rete.
  • Creare e vivere relazioni sane, profonde. La qualità delle relazioni che sappiamo instaurare determina la qualità della nostra vita.
  • Avere delle spalle a cui appoggiarsi per sostenersi a vicenda ed insieme procedere. Praticare con costanza la condivisione, la correzione fraterna, il confronto nelle scelte importanti e in quelle meno importanti...
  • Non essere soli nel difficile compito dell'educazione dei figli.
  • Essere stimolo e aiuto reciproco nel proprio cammino spirituale. Scoprire, un passo alla volta, come delle famiglie possano tradurre nel quotidiano la spiritualità Comboniana.
  • Cercare una vita coerente. Evitare la schizofrenia tra famiglia e lavoro vivendo in ogni luogo e momento i valori in cui crediamo e la fede che ci è stata donata.
  • Essere Missionari. In quanto Chiesa domestica la famiglia è chiamata a vivere la missione ed essere un canale privilegiato di trasmissione del Vangelo.

Dichiarazione di intenti

La comunità vuole essere:

  • luogo e strumento per fare missione qui
  • ponte di collegamento con la missione nel sud del mondo.

 

Pensiamo quindi sia importante realizzare i seguenti obiettivi:

  • Aiuto e appoggio concreto ai laici missionari comboniani:

- Luogo dove potersi sperimentare nella vita comunitaria (parte del cammino di preparazione alla partenza)
- Punto di riferimento durante l'esperienza di missione.
- Accoglienza durante la fase del rientro. Sostegno e aiuto nel reinserimento in Italia.

  • Pratica dell'accoglienza:

- Come comunità. La comunità tiene le porte aperte, attenta alle necessità del territorio, in particolare alle situazioni di maggiore povertà.

- Come famiglia. Ogni famiglia decide se e come può accogliere chi ha bisogno di famiglia... ed in questo sa di non essere sola, ma di avere la comunità al suo fianco.

  • (In un futuro non si sa quanto lontano) Lavoro all'interno della comunità: mezzo per il sostentamento, strumento per consolidare rapporti e risorsa ulteriore di aiuto.

Perché "Comboniani"?

  • I Comboniani sono parte della nostra storia. Abbiamo compiuto un cammino con loro e per affetto e forte senso di appartenenza desideriamo continuarlo come famiglie.
  • I missionari laici comboniani che abbiamo conosciuto hanno confermato l'importanza di questo progetto.
  • Condividiamo i punti principali della spiritualità comboniana ("attenzione ai più poveri", "essere testimoni del Vangelo")
  • Far parte di un'anima della Chiesa in cui più ci riconosciamo.
  • Per l'aiuto pratico e spirituale che possiamo ricevere.

Cosa ci deve essere

  • sovranità famigliare (spazi e scelte di carattere famigliare)
  • alcuni spazi comuni
  • struttura adeguata al progetto
  • condivisione e confronto spicciolo nel quotidiano
  • momenti di condivisioni periodici
  • momenti di preghiera comuni
  • stile di vita sobrio
  • coscienza sociale e politica (presenti nella società)
  • presenza nella parrocchia
  • accoglienza comunitaria e/o famigliare
  • spirito di gratuità (dare ciò che si può e prendere ciò che serve)

Cosa non ci deve essere

  • assenza di libertà (sentirsi giudicati)
  • figura religiosa con ruolo di responsabile
  • gerarchia
  • "pettegolezzi" come modalità di relazione

 

Cosa stiamo pensando sia importante per iniziare:

  • un progetto scritto, che spieghi bene chi siamo, cosa vogliamo costruire e perché. Sarà il nostro "biglietto da visita" con cui presentarci agli altri.
  • una "carta della comunità". Per riassumere e tenere bene presente, ora ed in futuro, quali sono le basi condivise su cui stiamo costruendo.
  • una struttura adatta. In pratica il fattore X che darà il via alla fase concreta.
  • una copertura finanziaria. In proporzione ai lavori necessari per rendere adeguata e mantenere la struttura che ospiterà la comunità. Nella fase di avvio sarà probabilmente necessario un aiuto esterno, per poi a regime diventare autosufficienti nel più breve tempo possibile.
  • La presentazione del progetto all'istituto Comboniano.
  • La presentazione del progetto ad ACF, alla Diocesi ma anche eventualmente ad alcune parrocchie in particolare..., alla Papa Giovanni XXIII.
  • Una buona dose di tempo da investire. Inizialmente soprattutto per condividere idee, pensare insieme. E poi... tessere relazioni, collegamenti, creare incontri. Il contributo di tutti sarà importante.
  • Una buona dose di buona volontà, tanta insistenza e determinazione, condita da altrettanta pazienza del saper aspettare e umiltà. Non abbiamo in mano il disegno già pronto di quel che sarà, molte cose ci saranno chiarite passo dopo passo.
  • Una gran botta di provvidenza!
  • In attesa del fattore X, dobbiamo continuare ad incontrarci, confrontarci, e cominciare a costruire sin da ora "comunità".

Cosa chiedere ai comboniani:

  • Aiuto nella ricerca della struttura
  • una guida spirituale
  • fiducia in noi e nel progetto
  • considerare i laici come membri effettivi della famiglia comboniana, ma indipendenti (in quanto vocazioni differenti)
  • cominciare a sperimentare una collaborazione tra famiglie e religiosi (consapevolezza che questo richiederà tempo... cambiare mentalità richiede sempre tempo e non è sempre detto che il cambiamento avvenga!)