Eucaristia, diventare pane spezzato per essere in comunione con i fratelli. Stampa

Cammino Laici Missionari Comboniani

Venegono Superiore, 23 aprile 2006

 

Canto: Te al centro del mio cuore

 

Insieme: "L'Eucaristia è Gesù che dimora con noi nelle nostre città, a pochi passi da casa nostra. Non è una reliquia priva di vita, ma è una persona vivente e come tale deve essere adorata e circondata di affetto."

C. De Foucauld

 

(per questo, siamo invitati per qualche minuto a contemplare l'Eucaristia... DIO è al centro della nostra comunità!!!!)

 

PREGHIERA (a cori alterni)

 

INNANZI A TE

Come è bello Signore stare innanzi a Te,

guardarti e sentirmi guardato,

parlarti e sentirti parlare,

ascoltarti e sentirmi ascoltato,

cercarti e trovarti,

amarti e sentirmi amare.

 

Come è bello Signore stare innanzi a Te,

sapere che tu sei lì, in quel pezzo di pane,

sapere che passi i giorni interi e le notti,

chiuso in quel tabernacolo ad aspettare chi come me,

preso da tanti impegni, dimentica la cosa più importante,

la cosa più preziosa.

 

Come è bello Signore stare insieme a Te.

Il mio cuore carico di peccati sembra scoppiare,

ma l'amore che esce da quel tabernacolo mi dà speranza,

mi dà la forza di rialzarmi,

mi dà il coraggio di chiederti perdono,

mi dà la gioia di gridare a tutti:

Come è bello Signore stare insieme a Te.



Dal Vangelo secondo Luca (forma abbreviata )

Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto ciò che era accaduto.

Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero:. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede a loro. Ed ecco si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.

Ed essi si dissero l'un l'altro: . E partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: . Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Breve momento di silenzio

Preghiere spontanee e risonanze, ad ognuna rispondiamo:

"Signore, aiutaci ad essere briciole del Tuo Amore"

 

MISSIONE È PARTIRE

Missione è partire, andare, lasciare tutto, uscire da noi stessi, spaccare la corteccia dell'egoismo che ci rinchiude nel nostro piccolo "io".

È smetterla di girare attorno a noi stessi, come se fossimo noi il centro del mondo e della vita.

È non lasciarsi intrappolare dai problemi del mondo piccino al quale apparteniamo... l'umanità è più grande!!

Missione è partire continuamente anche senza percorrere chilometri di strada. E' soprattutto accorgersi degli altri, scoprirli e incontrarli come fratelli e sorelle. E se, per incontrarli e amarli, è necessario solcare i mari e volare per i cieli, allora missione è partire e raggiungere i confini del mondo. (CAMARA)

 

Canto finale: Hombres nuevos

... ESSERE PANE SPEZZATO...

Per Comboni la missione è amare: amare il popolo africano come il Padre lo ama. Amare il popolo africano come Cristo lo ama.

"Cristo è morto anche per gli africani" è un ritornello martellante sotto la penna di Comboni. "Cristo ha sparso il suo sangue anche per loro". Molti cristiani erano ben convinti di questo in teoria, ma in pratica non muovevano un dito per fare qualcosa. Il problema era passare all'azione. Convincersi che, se Cristo li ha amati tanto come ama me, mi devo dedicare anch'io a loro con lo stesso amore di Cristo.

Comboni ha cominciato da una forte e assidua meditazione di un Dio crocifisso per amore. I suoi missionari dovevano avere sempre presente il mistero della Passione, il Cuore trafitto che effonde tutto il suo sangue per salvare le anime "anche degli africani".

Il culto al Cuore trafitto del Buon Pastore, che Comboni assimilò e fece diventare quotidiano nelle preghiere di tutti i missionari, sarà come l'immagine che polarizza tutti i motivi di amore per gli africani, tanto amati da Cristo e meritevoli di tutti i sacrifici da parte dei missionari.

 

AMARE FINO A DARE LA VITA

"Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri fratelli". Così aveva insegnato Gesù. E Comboni amò il popolo della sua Africa con questo amore. Con questo stesso amore Comboni si consacrò alla missione. E' celebre la sua omelia in Khartoum dell'11 maggio 1873. Le sue parole sono la professione di amore di un vescovo missionario padre e fratello innamorato degli Africani: ..." Oggi finalmente ricupero il mio cuore ritornando fra voi. Io sono il vostro Padre e voi siete i miei figli, e, come tali, vi abbraccio e vi stringo al mio cuore. Assicuratevi che l'anima mia vi corrisponde un amore illimitato per tutti i tempi e tutte le persone. Io ritorno tra voi per non mai più cessare d'essere vostro e tutto al maggior vostro bene consacrato per sempre. Il vostro bene sarà il mio, e le vostre pene saranno le mie. IO PRENDO A FAR CAUSA COMUNE CON OGNUNO DI VOI, E IL PIU' FELICE DEI MIEI GIORNI SARA' QUELLO IN CUI POTRO' DARE LA VITA PER VOI...."

Missione dunque, per Comboni, è amare, è questione di amore.

Questione d'amore: uscire dalla propria casa e patria e lingua fino a uno spaesamento intimo per ricercare e restaurare il volto di Dio nel volto di chi piange e soffre nelle terre dimenticate dll'Africa.

Questione d'amore: associare gelosamente il proprio destino a quello degli africani, nel sigillo della croce.

Questione d'amore! Amore senza limiti! L'amore vince anche la morte e per questo, a distanza di più di un secolo flagellato da guerre, conflitti, ingiustizie, persecuzioni e sangue, Comboni ci insegna che vale la pena " dare la vita per i nostri fratelli". Tutti i fratelli, ma particolarmente i più poveri, gli ultimi e i dimenticati.

ANIMAZIONE MISSIONARIA

LA MISSIONARIETÀ DEL QUOTIDIANO

Nei nostri ambienti si ha, sovente, un concetto alquanto riduttivo della missionarietà, per cui si pensa di essere sulla giusta strada, attivando iniziative varie di sostegno ai progetti missionari che, quasi sempre, si traducono in azioni di carattere economico. Si tratta , evidentemente, di iniziative molto meritorie che trovano il sostegno, sempre più massiccio, da parte anche di persone che non si professano credenti.

Sono quindi, iniziative di solidarietà, di filantropia, di aiuto a situazioni di bisogno che meritano un grande rispetto e che sono assolutamente indispensabili per la realizzazione dei tanti progetti che i missionari portano avanti in prima linea.

Diciamo subito che questa è anche la linea che, sul piano immediato, è la più gratificante: quando si parla di numeri, di container spediti, di c.e.s., di scuole che funzionano, tutti ci sentiamo protagonisti e collaboratori a progetti importanti. Ed è giusto che sia così.

Di qui ad essere missionari nel vero senso della parola, cioè annunciare la parola di Dio agli altri, il passo è ancora lungo.

Il concetto di missionarietà è un concetto globale in senso cristiano. Ogni battezzato, e che accetta consapevolmente il significato del battesimo, non può non essere missionario. Ne consegue che il concetto di "missionario" assume un significato ben più ampio di quello che comunemente si intende.

L'area missionaria in quest'ottica, non ha più confini di spazio e tempo. Ognuno di noi è missionario sempre, 24 ore su 24, nei confronti di tutti coloro che incontriamo nelle più svariate situazioni, sia nelle situazioni di disagio che nella normalità della vita di ognuno. Si può essere impegnati nei campi più svariati, in ambito ecclesiale e civile: catechesi, oratorio, sport, politica ecc... ma si deve avere sempre il comune denominatore della missionarietà, intesa nel senso che non può esserci, un momento nella nostra vita, in cui non si è annunciatori, anche se sovente possiamo non rendercene conto, del Vangelo di Cristo. Che questo poi avvenga con l'annuncio esplicito della Parola o con l'annuncio implicito del nostro modo di vivere, è secondario.

Fare le cose ordinarie in modo straordinario. Frase di Giovanni Paolo II che sintetizza quello che dovrebbe essere lo stile di vita del cristiano e che può essere ribaltato nel senso di Fare le cose straordinarie in modo ordinario.

Ognuno di noi, nella sua vita di cristiano, si trova a fare delle scelte straordinarie, non nel senso della grandiosità, ma nel senso che capitano tutti i giorni. Sovente ci troviamo di fronte a situazioni impreviste ed imprevedibili che devono essere affrontate con realismo ordinario, nel senso di riflettere: cosa mi chiede di fare Cristo in questo momento? E qui l'impegno missionario cade veramente nella quotidianità. Di qui a trasferire l'impegno personale all'interno della Chiesa, il passo è obbligato. L'ideale missionario, così come abbiamo tentato di delinearlo, è veramente alla base dell'azione pastorale? Attenzione che qui non parliamo di chiesa - struttura o clericale, ma di chiesa comunità in cui tutti siamo coinvolti.

 

Scellal (Nubia Inferiore) 8 gennaio 1866

Vorrei avere a mia disposizione cento lingue e cento cuori per raccomandare la povera Africa, che è la parte del mondo meno nota, e più abbandonata, la più difficile per conseguenza ad essere evangelizzata. Mai SS. Cuori di Gesù e di Maria bastano per tutti ed io aspetto miracoli per loro mediazione. Ci vogliono molti sacrifizi, ma il sacrifizio dell'Africa cristianizzata vale tutto. Le molte vite de' miei compagni, spente nelle esplorazioni che abbiamo fatte, or hanno due lustri, sino al 2° grado di L.N. furono accettate da Dio, e saranno, io spero, seme fecondo di novelli apostoli e di molti cristiani. Mi riverisca le care anime di D. Bosco e can. Anglesio e dica loro che si affrettino ad allevare bravi giovani, usi ad ogni fatta di vivere duro, mortificazioni e sacrifizi: tale vuol essere l'apostolo dell'Africa il quale deve affidarsi interamente alla Provvidenza.

Nella speranza di rivederla al mio ritorno in Italia, mi raccomando per la carità delle preghiere, ripetendomi nei SS. Cuori di Gesù e di Maria.

 

Suo aff.mo D. Daniele Comboni

Miss. Apostolico dell'Africa Centrale

 

A MONS. LUIGI DI CANOSSA

 

Cairo, 15 febbraio 1870

 

Eccellenza R.ma,

ora che si sta discutendo sugli Affari del Rito Orientale e quindi delle Missioni Cattoliche, non sarebbe la circostanza opportuna perché Ella si mettesse d'accordo col Card. Barnabò e con Mgr. Delegato per alzare la voce in Concilio in favore dell'Africa Centrale, di 100 milioni di negri, che giacciono sepolti nelle ombre di morte? Non sarebbe questo il momento di fare un colpo di stato, e d'invocare i lumi della Chiesa, e l'appoggio di tutti i cattolici del mondo rappresentati dai Vescovi del Concilio, per avere in poco tempo e uomini e denaro da stringere d'assedio la Nigrizia?

L'E.V. alzi la voce in Concilio, e dica a Pio Nono: "Emette, Beatissime Pater, vocem tuam, et renovabitur facies Africae". Una parola del Santo Padre in Concilio, un'adesione dei Vescovi, farebbero venire le convulsioni a tutti i cattolici del mondo, e butterebbero quattrini per l'Africa, e sorgerebbero Apostoli per la Nigrizia. Si degni, Monsignore di riflettere a questo pensiero, e abbia il coraggio di insistere, di pregare, di seccare tutti i R.mi padri e soprattutto il Cardinale nostro Prefetto; e non li lasci fino a che non ha ottenuto l'intento. La Sacra Famiglia, spero, farà questa grazia a me, ai miei compagni, ai nostri Istituti, che pregano per questo scopo quotidianamente.

Noi preghiamo il Dio delle misericordie perché il Concilio si occupi della Nigrizia. Mille ossequi a Mgr. Delegato

 

Suo Um.o afflitt.mo figlio D. Daniele Comboni

 

P. Ottavio Raimondo (Direttore EMI)

L'animazione missionaria è evangelizzazione (buona notizia) perché presenta il progetto di Dio sull'umanità e come Dio voglia realizzarlo grazie anche a te.

Tutti dobbiamo fare animazione missionaria ma ognuno secondo il proprio carisma.

Quel carisma che ha arricchito la tua vita può arricchire la vita di altri cristiani e, questo stesso carisma, non è dono di Dio semplicemente per te ma per tutta la chiesa.

I missionari comboniani quando trattano dell'animazione missionaria si soffermano sulla formazione degli animatori; sulla specializzazione di personale qualificato nel campo dei mass-media; l'elaborazione di piani concreti per la diffusione delle riviste e l'incremento degli abbonamenti. Chiedono poi che in ogni provincia ci sia una persona a tempo pieno per il ministero dell'animazione missionaria; che vengano sostenuti con mezzi e personale i Centri di animazione missionaria e, dove non ci sono, si creino.

 

In Europa e quindi anche in Italia l'animazione missionaria si sente interpellata da

  • una società che ha perso il riferimento a Gesù Cristo nuove situazioni di

emarginazione, legate soprattutto all'immigrazione;

  • possibilità di intervento nel campo della Giustizia e Pace ;
  • esigenze etiche dell'economia e della politica, dalle necessità di creare nuovi

modelli di sviluppo;

  • una solidarietà intesa non più come carità ma come esigenza e frutto di giustizia;
  • difficile dialogo con la cultura, i mezzi di comunicazione e la politica;
  • difficoltà di presentare la vocazione missionaria ai giovani;
  • da un forte pessimismo per quanto riguarda il futuro sociale e politico dell'Africa.

 

Caratteristiche dell'animazione missionaria oggi:

 

  • insieme tra di noi e con tutti (Chiesa locale- ONG - organismi - reti -realtà sociali - politiche e culturali;
  • nella pastorale ordinaria ( o siamo comunità missionaria o non siamo comunità cristiana) nella continuità ma anche nell'emergenza e/o tempestività;
  • nell'uso dei mezzi di comunicazione di massa;
  • nel coinvolgimento di altri;
  • sulla strada della denuncia, dell'annuncio.

 

PER RIFLETTERE

1) Come vivo l'Eucarestia, mi sento pane spezzato per gli altri?
2) Se si in quale momento della mia vita?
3) Mi preoccupo della mia crescita nella spiritualità missionaria attraverso preghiera, lettura, informazione, ricerche?
4) Che cosa posso fare per crescere in solidarietà con chi soffre e con i missionari?
5) Posso dire di essere una persona che vive in missione?


MARIA, DONNA MISSIONARIA

Santa Maria, donna missionaria, concedi alla tua chiesa il gaudio di riscoprire le radici della sua primordiale vocazione. Aiutala a misurarsi con Cristo, il grande missionario del Padre.

Quando essa si attarda all'interno delle sue tende dove non giunge il grido dei poveri, dalle il coraggio di uscire dagli accampamenti. Quando viene tentata di pietrificare la modalità del suo domicilio, rimuovila dalle sue apparenti sicurezze. Quando si adagia sulle posizioni raggiunte, scuotila dalla vita sedentaria, Mandata di Dio per la salvezza del mondo,la Chiesa è fatta per camminare, non per sistemarsi,

Nomade come te, mettile nel cuore una grande passione per l'uomo. Additale la geografia della sofferenza. Madre itinerante come te, riempila di tenerezza verso i bisognosi. E fa che di nient'altro sia preoccupata che di presentare Gesù Cristo, come facesti tu con i pastori, gli esclusi del tuo tempo.

Santa Maria, donna missionaria, noi ti imploriamo per tutti coloro che hanno lasciato tutto per andare e annunciare il Vangelo in terre lontane. Sostienili nella fatica. Proteggili da ogni pericolo. Metti sulle loro labbra parole di fede, di pace, di giustizia. Rendili testimoni della presenza di Cristo, il primo evangelizzatore del Padre. E ogni volta che ritornano tra noi, fa che possiamo attingere tutti al loro entusiasmo missionario.

Santa Maria, donna missionaria, metti nel nostro cuore la nostalgia delle "estremi confini della terra". E anche se la vita ci lega ai meridiani e ai paralleli dove siamo nati, fa che sentiamo sempre il grido delle moltitudini che ancora non conoscono Cristo. Spalancaci gli occhi perché sappiamo scorgere la afflizioni del mondo. Non impedire che il clamore dei poveri ci tolga la quiete. Liberaci dalla rassegnazione e dall'indifferenza.